Sotomayor |
Nel
2003 ad Usti nad Laben si tenevano i campionati europei ctg seniores. Il 2
settembre, giorno della staffetta maschile, l’azzurro Stefano Pecci passò
alla storia con il nome di “Sotomayor”. L’azzurro, non facente parte
della squadra in gara quel giorno, si trovava al seguito dei compagni
nella piazza della ridente cittadina ceca in occasione della gara di
corsa. Il percorso era già montato e presentava all’altezza della
partenza/arrivo numerose transenne. In quell’occasione l’allora
allenatore dell’equitazione Nando Giganti diede sfoggio dell’esplosività
dei suoi arti inferiori saltandone una in gran facilità. Ad esibizione
effettuata il coach cominciò poi ad invitare Stefano a imitare la prova.
Dopo molta insistenza da una parte e parecchia titubanza dall’altra,
finalmente il carabiniere si decise. Nel frattempo era già cominciato il
riscaldamento della gara, quindi tutte le delegazioni si erano riversate
sul percorso e più precisamente nei pressi delle transenne. Stefano si
concentrò a lungo prima di lanciarsi nella rincorsa. Sicuramente come
ogni saltatore con la mente ripassò tutti i gesti che lo avrebbero dovuto
portare al di là dell’ostacolo. Finalmente partì. Numerosi gli
spettatori attenti. La rincorsa fu breve ma energica. Gli occhi del
pubblico lo seguivano. Lo stacco non fu dei migliori, saltò a piedi uniti
e lasciò poi le gambe semidistese. L’attenzione generale era
sull’azzurro. Riuscì con tutto il corpo, piedi compresi, a salire oltre
la transenna e a superarla, apparentemente…. Lo sguardo
della gente diventava serioso. Cominciò la discesa e qui i suoi
talloni si scontrarono con l’ostacolo, lo sbilanciamento in avanti fu
inevitabile. Le bocche dei presenti si spalancavano in un misto di
paura e ilarità. Stefano si spalmò a terra come un quattro di bastoni
con la testa a pochissimi cm da un pericolosissimo spigolo di uno scalino.
Minaccia passata, l’intero mondo del pentathlon scoppiò in una risata
contagiosa che solo l’imminente gara riuscì poi a smorzare. Forse la
giornata particolare, forse il caso ma dopo soli venti minuti l’ilarità
generale venne di nuovo riaccesa. L’apripista del percorso cittadino,
all’altezza del cambio della staffetta, maldestramente si schiantava a
terra con la sua bicicletta (nella foto).
CdL
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