Umberto Risi

Nato a Roma il 31 dicembre 1940, Umberto Risi in gioventù si specializza nelle siepi. In questa disciplina sarà olimpionico a Mexico ’68 e per ben 5 volte stabilirà il primato italiano, l’ultimo dei quali è 8’33”8. Da atleta capace di tenere una media di 3’02” sui 20km, Umberto si trasforma in tecnico capace di ottimizzare le caratteristiche di molti atleti. Approda nel pentathlon nel 1990 dove seguirà la nazionale maggiore fino ai giochi di Atlanta ’96. Qui, in un momento dove chiamava scherzosamente tutti gli atleti con il soprannome di Nicolino, si vede attribuito per riflesso questo pseudonimo con il quale ancora oggi è identificato dalla maggior parte degli addetti ai lavori. In questi sei anni le emozioni maggiori vengono dal bronzo olimpico di Barcellona ’92, dal bronzo individuale ai Mondiali ’95 di Toraldo, dalla vittoria degli Europei a staffetta ’95 e dalle strepitose corse di Giommoni Stefano, che seguendo i programmi di Risi, diventerà a metà degli anni ’90 il più forte corridore del mondo (nell’ambito del pentathlon).

Dopo 5 anni di pausa ritorna nel nostro mondo nel 2002, nelle vesti del tecnico di corsa delle nazionali seniores maschile e femminile. Ricoprirà questo incarico fino ai giochi olimpici di Atene 2004. In questo periodo le soddisfazioni arrivano soprattutto dagli exploit di Corsini, che nel 2002 vince tutto tranne i Mondiali, e dall’annata 2003 di Valentini che è stato letteralmente trasformato da buon corridore al miglior specialista del mondo in questa disciplina.
Vecchia scuola, Umberto ha sempre saputo mescolare sapientemente nei suoi programmi le differenti andature senza mai perdere di vista l’importanza del passo gara. Alcuni suoi programmi sono consultabili nell’ “Area Tecnica”.
Raramente lasciava soli i suoi atleti. Essendo affetto dal moto perpetuo, gli azzurri erano sempre seguiti dal tecnico o di corsa o in bici.
Oltre che per la simpatia e la sempre gradita compagnia sui campi e di allenamento Nicolino sarà sempre ricordato per la professionalità. Se da una lato le performance di Giommoni sono dovute anche a grandi doti naturali, dall’altro il significativo miglioramento di Valentini è stato frutto di una programmazione intelligente e mai chiusa alle necessità dell’atleta. Speriamo un giorno di poter ancora usufruire delle capacità di questo tecnico, che ha riscosso tanta approvazione da quasi l’unanimità degli atleti che ha allenato.

                                                                       CdL