Un Giganti nel piccolo mondo del pentathlon

Nel 2003 diventa tecnico di equitazione della nazionale seniores di pentathlon moderno il capitano dell’esercito Fernando Giganti.
Già a conoscenza dell’ambiente, grazie a qualche sostituzione effettuata nel 2002, non ha avuto il minimo problema ad inserirsi nello staff e a comprendere le difficoltà di questa disciplina multipla. Il trentenne palermitano, da sempre vissuto a cavallo, ha subito indirizzato le sue lezioni verso la perfezione stilistica e l’efficacia della tecnica. Il principio di base della sua didattica è stato il non lasciare nulla al caso. Grande attenzione è stata infatti rivolta per esempio al galoppo con cui si riceve il cavallo dopo un salto, al fine di affrontare meglio quello seguente. Sguardo, baricentro del corpo e redine d’apertura sono state le parole chiavi delle sue lezioni. I risultati e le grandi soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare. Intervistato ci ha detto:
  “Ricordo ancora Pesaro e mi viene la pelle d'oca a pensare a quando Valentini  mi ha cercato con lo sguardo, compiaciuto per il bel percorso, indicandomi col dito al termine di questo, o forse ancor di più leggendo la Gazzetta il giorno dopo Usti dove a chiare lettere diceva che grazie al tecnico dell'equitazione.......
Ho sempre cercato di lavorare col massimo dell'entusiasmo e di dare il 110%, un solo vero grande rammarico che continuo a pagare e non so perché: "ATENE 2004".
Però nessuno mai potrà togliermi la gioia e la soddisfazione di dire questi signori ATLETI li ho allenati anche io”

Da queste toccanti parole risulta evidente la passione e l’entusiasmo che Fernando metteva nel suo lavoro. Di sicuro in questa opera veniva molto aiutato da Nino, l’inseparabile cagnolino capace di farsi chiudere in un porta stivali pur di entrare in camere d’Hotel, dove la sua presenza sarebbe stata vietata.
Nell’intervista il tecnico descrive le emozioni dategli da Valentini in occasione dei Mondiali di Pesaro e degli Europei di Usti nad Laben, entrambi nel 2003. Non sono stati solo questi i momenti di gioia, vedi l’argento europeo 2003 nella staffetta femminile, il bronzo 2004 ai Mondiali maschili a squadre, e tanti altri episodi della vita di tutti i giorni. Non credo dimenticherà mai le risate condivise con Risi e Carnevali, suoi compagni di stanza, in occasione di Pesaro 2003.

Purtroppo resta il brutto ricordo di un Olimpiade, Atene 2004, dove Nando oltre ad essere allenatore dell’Italia è stato anche il responsabile tecnico dei cavalli. Durante la gara due azzurri, Dell’Amore e Foghetti, sono stati letteralmente bloccati da un sorteggio difficilmente peggiore. Valentini non ha reso di certo al meglio, come d’altronde in tutto l’anno a causa dei molti problemi fisici, e Corsini, brava ma non impeccabile, sa che con un solo errore in meno sarebbe arrivata una medaglia. Una gara da sola non può comunque rovinare il giudizio di due ottimi anni di lavoro.

Alternando momenti di estrema allegria a momenti di nervosismo esasperato, non è mai stato capace di nascondere emozioni o arrabbiature, gioie o delusioni. Un vero libro aperto, che ha lasciato poco spazio ai retroscena. L’ottimo rapporto che ha instaurato con tutti gli atleti è stato uno dei suoi punti di forza.
Questo biennio sarà difficilmente dimenticato dal capitano Giganti, tornato a piena disposizione nei ranghi dell’esercito, ma ancora più difficilmente lo sarà dagli atleti che hanno avuto la fortuna di averlo come tecnico.

                                                                                              CdL