Ercolani, una locomotiva senza più binari

Ludovico Ercolani Alla fine degli anni ottanta, sulla scia dei successi di Masala, Massullo e compagni, il pentathlon italiano viveva un periodo magico sotto tutti gli aspetti. Nei settori giovanili si respirava un’ aria molto promettente. Alle gare era infatti altissimo il numero dei partecipanti e tra questi erano numerosissimi i talenti.

In questa occasione voglio proprio raccontarvi la storia di uno di questi.

Ludovico Ercolani, giovanissimo di Capena, classe ’73, era uno di quelli che prometteva veramente bene. Grazie agli allenamenti nel Centro di Preparazione Olimpica di Montelibretti e senza dubbio grazie a dei mezzi fisici e mentali superiori alla media si è più volte laureato campione d’Italia. Nel suo palmares troviamo infatti i seguenti risultati: Campione italiano primaverile ed invernale 1987 ctg esordienti A, bronzo ai Campionati Italiani invernali 1988 ctg ragazzi e Campione Italiano invernale 1989 ctg ragazzi. Oltre a questi podi ci sono parecchie medaglie a squadre.

Forse non sarà un curriculum lunghissimo, ma per un atleta con soli 5 anni di attività non è “malaccio”.

Bravo nella scherma, discreto nel tiro e nel nuoto, era portentoso nella corsa. Solamente la variabilità dei percorsi gli impedisce di avere i record di ctg riguardanti questa prova. Per capire il suo talento podistico basta vedere i distacchi che riusciva ad infliggere agli avversari. In un Campionato Italiano ragazzi, ottobre 1989, riuscì a vincere la corsa con 30” di vantaggio sul secondo, che tra parentesi era un altro specialista di nome Dell’Amore Enrico.

Le sue rimonte erano superbe ed emozionantissime tranne quando partiva già nelle primissime posizioni, ma anche in quei casi vederlo correre era comunque uno spettacolo.

Per me, che ero agli inizi della mia attività sportiva, era un vero mito. Quando lo vedevo gareggiare mi esaltavo e sognavo di diventare come lui.

Poi un giorno la fiaba venne purtroppo interrotta definitivamente.

Il 10 aprile 1990 Ludovico, da pochi mesi approdato alla categoria allievi, era impegnato in una delle sue prime gare di tiro a fuoco in occasione di un test nazionale. La prova si svolgeva a Roma nel solito poligono Umberto I. Il giovane azzurro in un momento di riposo recandosi alla sua autovettura, parcheggiata nel piazzale esterno al poligono, veniva investito da una camionetta dei Carabinieri. Dopo il forte impatto fu subito fortissimo il dolore ad un piede. Portato all’ospedale, la diagnosi fu chiara: frattura multipla di tutte le ossa del piede. Ludo fu dunque ricoverato e per un intero giorno l’unica soluzione al problema sembrava fosse l’amputazione. Poi vista l’età e la caparbietà del soggetto si decise di tentare la via delle operazioni chirurgiche. Nella prima di queste i medici fecero un’opera simile al puzzle, cioè rimisero i vari pezzettini, in cui erano ridotte le ossa del piede, al loro posto. Dopo un mese intervennero di nuovo per inserire i chiodi necessari per la normale ricostruzione del piede e dopo altri trenta giorni arrivò il momento della chirurgia plastica.

In tutta questa serie di operazioni Ercolani venne sempre aiutato dal suo presidente societario Walter Magini.

La ripresa fu poi molto veloce, basti pensare che già dopo un anno e mezzo lo si poteva ritrovare in gara. Ma quell’esperienza rimase isolata, infatti l’articolazione della caviglia, rimasta tuttora interessata, non gli ha mai permesso di poter svolgere attività fisica con una minima continuità. Ha dovuto così rinunciare prima alla carriera agonistica del pentathlon e poi a quelle amatoriali del tennis e del calcetto.

Un ragazzo forte come lui ha comunque saputo trovare altri interessi in cui gettarsi con anima e corpo. Ad oggi lo ritroviamo con una laurea in archeologia orientale, con un attività avviata da disegnatore di fumetti, con tanta voglia di fare e con tanti bei ricordi giovanili.

                                                                        CdL