Nel 2000 si tennero a
Pesaro i Campionati del Mondo seniores.
In quell’occasione questa
manifestazione copriva un ruolo ancora più importante del consueto. In
palio c’erano infatti, oltre alle medaglie mondiali, anche ben 13 carte
olimpiche individuali. Nell’aria la tensione era grande per tutti,
soprattutto per quella moltitudine che non era ancora in possesso della
qualificazione per Sydney
2000.
Dei 24 posti olimpici
disponibili solo 10 erano già stati assegnati. Dei rimanenti, 13
sarebbero stati conquistati proprio a Pesaro, l’ultimo sarebbe stato la
wild card.
Già nelle
qualificazioni la selezione fu furibonda. Non centrarono infatti la finale
tra gli altri dei big come Krungolcas e Capalini o la fortissima Raisner.
Chi invece fu
bravissimo a cogliere questo primo obiettivo fu lo juniores azzurro
Stefano Pecci. Secondo ai Campionati Europei di categoria e da due anni
tra i top 5 junior al mondo, il romano aveva da poco cominciato a
confrontarsi con i seniores. Riuscì comunque lottando come un leone ad
entrare nei primi otto della sua poule.
In finale sapeva che
per volare a Sydney gli sarebbe bastato un piazzamento nei venti, poiché
dei già qualificati olimpici molti erano li a fargli compagnia. Nel tiro
Stefano è strepitoso, con 182 punti si classifica 10° ma si ritrova a
ridosso dei primissimi. Nella scherma purtroppo non regge il colpo e
scivola con 640 punti in 22^ posizione. 2’12”4 nel nuoto e diventa 26°.
La situazione non era delle più rosee, ma le speranze non svanivano.
Nell’equitazione con due abbattimenti recupera 5 posizioni e si ritrova
21°. A questo punto ci si getta sulle classifiche a studiare le varie
possibilità. Dei 20 atleti che lo precedevano ben 9 non partecipavano
alla lotta per la carta olimpica, o perché già qualificati o perché di
una nazione già al completo di posti olimpici (2 per nazione). Saltava
all’occhio l’impossibilità di reggere la rimonta di Felix che partiva
a soli 9 secondi. Senza nessuno da riprendere davanti, Stefano sarebbe così
rimasto nell’ultima posizione utile. Dietro doveva però difendersi dal
polacco Stefanek a soli 5 secondi e dal duo Giommoni Stefano e Araujo che
partivano comunque molto lontani.
Al via Pecci sembra
molto deciso a non lasciarsi scappare questa occasione d’oro. Chi però
sembrò ancora più deciso era il primo inseguitore, l’esperto e
blasonato Stefanek. Già a 500 metri avviene il sorpasso. L’azzurro
incredibilmente non prova neanche un momento ad attaccarsi al rivale. Lo
lascia andare via e continua per la sua strada. Al 1000 tra i due il gap
si faceva pesante, circa 10 secondi. Difficile immaginare cosa possa
passare nella testa di un atleta quando vede la carta olimpica
allontanarsi progressivamente. A 1500 metri con il duo Giommoni-Araujo che
non possono più impensierire, la faccenda diventa solo tra Stefano e il
polacco. Qui la sensazione era che il distacco fosse stabile ma che la
differenza di freschezza fosse nettamente a favore dell’azzurro. Di lì
a poco infatti Stefanek sarà autore di un vero e proprio crollo fisico.
La sua partenza folle cominciava a farsi pagare. Nel giro di 2 minuti
l’italiano recupera tutto il terreno perso e non ha problemi a superare
il rivale. A meno di un km dalla fine Stefano diventa così inarrestabile.
Dietro di lui si crea il vuoto e vola con le sole sue gambe verso un
traguardo che si chiama Sydney. Si piazza 21°, (Sarfalvi, già
qualificato, partiva 19° ma non ha terminato la gara di corsa) ed è il
più giovane atleta a disputare i Giochi olimpici del 2000.
Incredibile è stata
la sua freddezza. Stefanek nonostante molta più esperienza e molti più
risultati alle spalle non ha saputo controllare la propria adrenalina,
operazione invece riuscita perfettamente all’azzurro.
CdL
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