Roberto Bomprezzi |
Nasce a Roma il 9 ottobre 1962, sotto il segno della bilancia. Secondogenito di una famiglia di pentatleti. Alessandro, di un anno più grande, orbiterà nel giro della nazionale, Elisabetta, di due anni più piccola, farà parte di quel gruppo di ragazze che hanno letteralmente inventato il pentathlon rosa vestendo moltissime volte la maglia azzurra. Sarà proprio seguendo le orme fraterne che Roberto inizierà da piccolo a praticare la scherma nei centri C.O.N.I. Poi all’età di 13 anni, sempre imitando le iniziative del fratello, il quale per combattere la scoliosi era passato al nuoto e successivamente al pentathlon, che anch’egli si dedica definitivamente alle cinque discipline. Cresciuto nei gruppi giovanili della società De Gregorio, non si può certo dire che fosse un talento. Soltanto da allievo riesce a conquistare il primo podio italiano, bronzo nell’edizione invernale del 1981. Si ripete poi da juniores, sempre d’inverno, nel 1983, annata in cui sarà 13° ai mondiali juniores. Nel frattempo oltre ad allenarsi si dedicava ad alcune delle sue passioni, quali la motocicletta, lo sci, il windsurf e l’organo. Da seniores la scalata ai massimi livelli comincia a realizzarsi. Nel 1985 far parte del primo gruppo di pentatleti arruolati dalle Fiamme Azzurre, dove rimarrà fino alla fine della carriera sportiva ed avrà l’onore di conquistare la prima medaglia olimpica della storia delle Fiamme Azzurre. Nello stesso anno e in quello successivo è riserva ai mondiali seniores. Nel 1987 il campione che è dentro Robertino, così chiamato dagli amici, comincia a prendere forma. Vince il suo primo titolo italiano seniores, replicato poi negli anni ’89, ’92 e ’93. Conquista il bronzo agli assoluti, è 4° al difficilissimo “Meeting dei Campioni (Roma)” e arriva 9° ai mondiali seniores. Nel 1988 è riserva olimpica della fortunata spedizione di Seoul. In queste stagioni vanta anche un 8° posto al meeting di Warendorf ’88 e un 6° a quello di Roma ’89. Ma il vero boom atletico di Bomprezzi giunge agli inizi degli anni ’90. Dovendo descriverlo come pentatleta nel periodo della maturità, ecco cosa viene fuori dall’analisi delle classifiche delle gare più importanti: tra i migliori 10 al mondo nella corsa, nel tiro costantemente nelle zone medio-alte della classifica, a scherma quasi sempre conquista 880pt, a equitazione è molto costante sui 1010 (il massimo era 1100), mentre il nuoto rimane il suo punto dolente. Con
queste caratteristiche, una sintesi dei suoi migliori risultati: Campione
italiano assoluto individuale 1991 e 1992, più vari titoli a squadre e
staffetta. 176 cm di altezza per 65 kg di peso vi danno le dimensioni dell’uomo Roberto che oltre ad essere stato atleta ha saputo raggiungere altri obbiettivi. Insieme al fratello Alessandro, nel 1989 si laurea in medicina per poi specializzarsi negli anni successivi in neurologia, che poi lo allontanerà fisicamente dall’Italia. Infatti terminata l’attività da atleta a fine ’96, inizierà quella di ricercatore e con l’offerta di lavoro presso l’istituto di ricerca nazionale governativo americano, diventerà parte della cosiddetta fuga dei cervelli. Sono così quasi 10 anni che con la famiglia, Roberto vive negli Stati Uniti dove ora lavora come neurologo presso un centro accademico in Phoenix. Egli vanta la nascita di due figli, Pietro del 1993 e Alessandro del 1994, nati dall’unione con Maria Teresa. Attualmente si diverte ancora a correre e recentemente, da quarantacinquenne, ha disputato la sua prima maratona. A
conclusione di questa revisione biografica c’è da dire che dopo aver
onorato l’Italia come atleta continua a tenere alto il tricolore per le
capacità cognitive. Quando si
evoca il suo nome è sempre una pioggia di complimenti. Una persona da
imitare. Andrea Valentini Foto pubblicate su Multisport n° 14 1989 - n° 23 1991 |