Ciao Ela |
Nel
gennaio del 1992 e
Elisabetta
Bomprezzi, ELA per gli amici ed i suoi cari, ha perso la vita il giorno di
Capodanno 1992 in un incidente stradale, e noi del pentathlon italiano
desideriamo ricordarla in queste pagine, nel tentativo di allontanare il
doloroso senso di vuoto che ha lasciato con la sua scomparsa. Un tragico
destino ha voluto che Ela, ad appena ventotto anni, fosse strappata ad una
vita che fino ad allora era stata piena di dolcezza di sensibilità ed
assoluta disponibilità nei confronti degli altri. Quante volte è
capitato di ascoltare ricordi e considerazioni eccessivamente generosi nei
confronti di qualcuno che non c'era più, solo per nostalgia? Per Ela è
diverso, Ela era davvero tutto questo: altruismo e tenerezza impagabili,
un modo di fare quasi "anacronistico" per tanta ingenuità e
purezza; chiunque l'abbia conosciuta ha trovato in lei sempre delicatezza
ed affabilità. Ela era così, una ragazza che viveva la sua giovinezza
con tanto entusiasmo e semplicità, attenta ed estremamente premurosa nei
confronti di tutti, primi in assoluto i suoi genitori ed i suoi fratelli
ai quali riservava il più profondo e tenero amore. Ela tanto mite e
sensibile... La sua grande passione erano i cavalli; animali che aveva
amato fin da ragazzetta, quando aveva iniziato a praticare il pentathlon.
Elisabetta era stata una delle pioniere di questa disciplina: quando
ancora non esisteva un'attività agonistica ufficiale per il pentathlon
femminile, lei era già sui campi ad allenarsi tutti i giorni.Dal 1983 poi
erano giunte le prime soddisfazioni in gare nazionali: aveva vinto due
titoli italiani e, successivamente, con l'inserimento del pentathlon
femminile nell'attività internazionale, aveva preso parte a quattro
campionati del mondo ed a numerosi meetings. Via via con gli anni si era
sempre più avvicinata e dedicata all'equitazione pura: il Circolo del
Tebro prima ed il centro CONI di Riano dal 1988, erano diventati la sua
seconda casa; appena aveva un momento libero Ela andava dai
"suoi" cavalli e trascorreva ore con questi animali che tanto
amava. Per lei non ero solo il piacere di montare in sella, ma anche la
tenerezza di accudirli ed imparare a conoscerli. C'era davvero tanta
passione in lei per questa attività: come hanno detto in molti, Ela
nell'equitazione aveva trovato la sua strada e l'aveva seguita con
caparbietà e costanza. Con stima ed affetto i suoi amici ricordano
appunto la sua pertinacia, l'ostinazione, Barbara Cardinali Da
Pentathlon Moderno n°1 del 1994 |