Seoul
1988 | |||||||||
La
spedizione azzurra arriva in terra coreana con ottime aspettative. Negli
ultimi anni i nostri sono sempre stati protagonisti nelle massime
competizioni. Dopo i trionfi olimpici di Los Angeles e quelli mondiali di
Montecatini è inevitabile puntare in alto. C’è anche voglia di
rivincita dopo lo sfortunato mondiale 1987 dove siamo stati quarti sia a
squadre che individualmente con Massullo. La
preparazione per l’evento è stata delle migliori sotto tutti gli
aspetti. Il CT Mauro Tirinnanzi ha saputo come al solito gestire
perfettamente ogni situazione. Anche nella scelta della squadra ha avuto
ragione. Ai due supercampioni ha deciso di affiancare un giovane
promettentissimo che è già una realtà. Carlo
ha infatti saputo interpretare al meglio la prova a lui meno congeniale.
Con 38 vittorie e 26 sconfitte totalizza 881 punti e si piazza 13° nella
specifica classifica. Due stoccate in meno per Masala che con 847 punti
recupera 13 piazze. 674 è invece il punteggio di Gianluca che scivola
molto dietro. La
prova individuale è stata dominata dall’ungherese Fabian che con 1051
riduce il gap pagato nella prima disciplina. In
questa disciplina si è imposto il francese Ruer con 3’10”5. Il
migliore degli azzurri è Tiberti, 10°, che ha bloccato il cronometro sui
3’17”1. Risale così di 12 posizioni. 5 sono invece quelle guadagnate
da Daniele con 3’25”1. Massullo nuota i 300 metri in 3’28”7 e non
molla la presa. Nella
classifica a squadre restano primissimi gli ungheresi, seguiti dai
britannici. Quando
l’emozione fa tremare il mondo solo gli azzurri, guidati da Ugo
Amicosante, sanno convogliare l’adrenalina verso la giusta direzione. Nella
prova vinta dall’atleta del Barein Khalid con 198 i nostri sono
strepitosi. Carlo consapevole della posta in palio si supera in freddezza
ed infila un 49, 50, 49, 48 che gli vale 196 punti finali ed il bronzo
momentaneo. Con
l’altrettanto ottimo 194 di Gianluca, che risale ancora in classifica
generale, a squadre c’è il dominio assoluto. Il
migliore di ognuna delle 3 squadre che ci anticipava nella graduatoria
fino a quel punto, ha sparato nettamente peggio del nostro terzo atleta.
Ecco spiegata l’incredibile rimonta. In particolare a pagare la tensione
sono stati gli ungheresi Fabian, che abbandona la zona podio, e Martinek,
che da primo solitario rientra nel vivo dei giochi. Prima
dell’ultima prova la situazione che si presenta è la seguente: Nella
lotta individuale sono da definire solo i colori delle medaglie, risulta
infatti chiaro che saranno proprio i primi tre attuali a spartirsi il
bottino in palio. Tra questi la situazione è molto incerta. Jago deve
difendere un vantaggio poco inferiore al gap che prende normalmente dai
due inseguitori. Martinek ha 16” su Carlo, che gli è leggermente
superiore nella corsa. Tutto dipenderà da una manciata di secondi. A
squadre sembrano invece certe le prime due medaglie. Gli azzurri, con
Masala e Tiberti non specialisti, non possono tenere a bada i forti
corridori magiari che inseguono a pochissimi punti. Da dietro non arrivano
però altre insidie visti i distacchi abissali. L’argento è quindi
certo. Il
bronzo è conteso tra Urss, Francia e Gran Gretagna in una battaglia
all’ultimo sangue. Sull’arrivo
il pubblico vede quindi arrivare al 1° posto Martinek, poi a 8 secondi
Carlo Massullo seguito ad altri 3 da Jagorachvili. Il quarto dista
quasi cento punti. Carlo
stesso ci racconta di aver amministrato le forze al meglio. Ha mantenuto
la calma nella prima metà gara poi ha sferrato l’attacco. I filmati
riguardanti la parte finale di questa prova lo mostrano in strepitosa
spinta. Per conquistare questo argento ha in pratica effettuato una volata
lunga un chilometro. Grande determinazione e freddezza sono stati i due
opposti che lo hanno portato per la quarta volta su un podio olimpico.
Nella sua collezione personale manca solo la medaglia di bronzo. Gli
altri azzurri hanno saputo ben difendersi nella loro prova debole. Daniele
finisce in 10 posizione una gara iniziata con il piede sbagliato. Gianluca
ancora giovanissimo può gioire della 17° piazza olimpica. Tutte le immagini ed articoli raccolti in questo racconto sono stati presi da Multi Sport n°7 del 1988. |