Montecatini 1986, grazie azzurri! |
L’edizione
1986 dei Campionati Mondiali seniores e juniores maschili si tiene nelle
ridenti cittadine toscane di Montecatini, Lucca, Pescia e Firenze. L’Italia
è da anni tra le potenze assolute di questo sport e giocando in casa è
senza alcun dubbio tra le compagini favorite per le varie medaglie in
palio. Nella
gara seniores troviamo ben 66 atleti di tutto il mondo. A rappresentare il
tricolore scendono in campo gli eroi di Los Angeles, Masala Daniele,
Massullo Carlo e il giovane promettentissimo Cesare Toraldo. Come
di consueto si inizia con l’equitazione. Di
tutti i partecipanti, solamente due riescono a terminare il percorso senza
errore alcuno, il messicano Hoyo e, come accade spesso, il nostro Carlo
Massullo, vero specialista della disciplina. In
sella a Top Secret ha infatti dimostrato la solita sicurezza. Anche gli
altri azzurri si comportano egregiamente. Daniele, in sella a Gerba è 8°
con 1030 pt e Cesare è 12° con 1010. C’è da sottolineare che questi
ottimi punteggi non sono stati frutto di sorteggi favorevoli bensì di
grande capacità dei nostri. Gli altri concorrenti in sella ai nostri
stessi cavalli hanno finito malamente la prova. Risulta
evidente che a squadre gli azzurri siano saldamente in testa. I francesi,
secondi, accusano più di cento punti di ritardo. Si
passa alla scherma. In
questa prova i nostri alfieri vengono parzialmente bloccati dalla tensione
agonistica e non sono brillantissimi. Il migliore è Daniele con 898 pt, 9°,
poi c’è al 18° posto Carlo con 847 pt e Cesare deve accontentarsi di
745 pt che lo fanno scivolare in 19^ posizione. Massullo e Masala restano
invece nella zona altissima della classifica, con rispettivamente la 5^ e
la 6^ piazza momentanea. Per la cronaca la prova è vinta dal russo
Starostin, che con 1068 pt vola al comando. Seguito dal secondo della
scherma, l’ungherese Dobi. Il nostro duo è preceduto anche dal ceco
Kadlec e dal francese Boube. A
squadre con il quinto posto in questa prova perdiamo la leadership a
favore degli ungheresi e siamo seguiti sempre dai transalpini. Ci
si sposta in piscina, regno di Toraldo. L’azzurro
infatti con 3’13”e 4 è secondo al solo Ruer e tra l’altro per soli
3 decimi. Daniele è 9° con 3’19” e Carlo è 20° con 3’28”e7.
Con queste prestazioni l’intera squadra si ricompatta nei primi posti.
Abbiamo infatti Masala terzo, Massullo quinto e Cesare nono. I primi due
della classifica non sono cambiati. Quel
che è cambiato è invece la testa della graduatoria a squadre. Con il
secondo posto nel nuoto i nostri hanno infatti ripreso saldamente il
comando. Alle nostre spalle troviamo i magiari, a 100 pt, e i transalpini
molto dietro. Si
passa ora ad un’altra prova molto favorevole, sulla carta, ai nostri,
quella di tiro. Masala
rispetta le attese e spara egregiamente. Con 197 punti sagoma è secondo.
Carlo, seppur 17°, è autore di una grande prova di carattere. Dalla
quinta posizione in cui si trovava era chiaramente cosciente, date le sue
doti podistiche, delle grandi possibilità di medaglia. Nonostante questo
è capace di estrarre dal cilindro un ottimo 194 che lo posiziona ai piedi
dell’attuale podio, sul secondo gradino del quale troviamo Daniele.
Cesare paga invece la giovane età, 23 anni, e con 188 scende al 15°
posto. A squadre con la quinta prestazione collettiva restiamo in testa ma
gli ungheresi ci sono alle calcagna. Dietro c’è letteralmente il vuoto. Prima
di scendere sul terreno di gara c’è tutto il tempo per analizzare la
situazione. La
vittoria è ormai di Starostin che parte primo, è un buon corridore e non
ha specialisti nelle vicinanze. La
lotta per l’argento è invece vivissima. In lizza ci sono: Daniele,
attualmente 2°, che deve difendere 10” dall’ungherese Dobi e 41”
dal compagno di nazionale, Carlo. Oltre a questi tre campioni si deve
tenere sott’occhio il fortissimo Kadlec che è per ora 8°. A
squadre è una lotta a due. Gli ungheresi sono a soli 34 punti, e i valori
i campo sono purtroppo a loro favore. I nostri comunque sono dei veri
guerrieri, quindi la speranza dell’oro non è ancora svanita. Per il
bronzo la Francia non dovrebbe aver problemi. Arriva
l’ora fatidica e il colpo di pistola dà il via alla gara conclusiva,
quella di corsa. Parte
Starostin, poi Masala seguito da Dobi e dopo un discreta attesa è il
turno di Massullo. Con
il russo staccato, Daniele si preoccupa solamente di non lasciarsi
riprendere dagli inseguitori. Carlo invece punta dritto davanti a sé a
caccia del podio. A metà gara non ci sono variazioni di posizione. Tra
Daniele e l’ungherese la situazione è invariata. Quel che è cambiato
è invece il gap di Carlo, che si è notevolmente assottigliato. La lotta
è quindi ancora molto incerta. Si chiarisce notevolmente verso i 3000 mt
dove Massullo, dopo aver ricucito completamente lo svantaggio da Dobi, lo
supera senza alcuna esitazione e si assicura il bronzo momentaneo. Ma a
questo punto anche Daniele è nel suo mirino, sono pochi i secondi che
separano i due azzurri. Al 3500 arriva infatti puntuale l’aggancio e
anche in questa occasione Carlo impone la sua superiorità e passa
guardando avanti verso l’arrivo. L’argento comincia così a prendere
forma sul suo petto. Dietro
c’è ancora da regolare la questione del bronzo. Daniele sembra comunque
in grado di mantenere il vantaggio. Altra
questione incertissima è quella a squadre. Sul
traguardo dopo Starostin arriva solitario il grande Carletto seguito
dall’altro azzurro, Daniele. L’argento e il bronzo sono così tinti di
azzurro. Nel frattempo si attende l’arrivo di Cesare, che grazie ad una
prova di carattere superba finisce 17°, difendendosi egregiamente nella
sua prova debole. I
conti sembrerebbero subito a nostro favore, ma il vantaggio ipotetico è
talmente sottile che solo la classifica potrà darci la certezza del
titolo mondiale a squadre. Dopo pochi minuti la vittoria si materializza
su carta. I numeri dicono che l’Italia è prima per 16 punti. Campioni
del mondo 1986: che grande giornata! Ma
questa gara nonostante sembri finita ha ancora qualcosa da raccontare.
L’antidoping diventa il nuovo protagonista. Per una delle prime volte, i
controlli vengono fatti seriamente e subito i nodi vengono al pettine.
Anatoli Starostin, come anche l’oro e l’argento della gara juniores,
vengono smascherati. Un mese dopo, con le consuete controanalisi arriva
l’ufficialità. Carlo
Massullo è campione del mondo individuale e a squadre. Dopo qualche anno
da protagonista assoluto arriva così un’altra impresa che passerà alla
storia. Anche
Daniele cambia il colore della medaglia, che sul suo collo diventa
d’argento. Chi deve “ahimé accontentarsi” del solo oro è Cesare,
che comunque risale in 15^ posizione in virtù di altre squalifiche meno
clamorose. Un’altra
grande giornata per lo sport italiano ha visto i pentatleti azzurri
ricoprirsi di gloria, e non sarà di certo l’ultima. CdL Foto presa dal n°1 della rivista Multisport del 1986 |