1° agosto 1984: una data indimenticabile |
Il
29 luglio, in occasione dei giochi di Los Angeles 1984, nella località di
Coto de Caza iniziava l’avventura olimpica del pentathlon moderno. Ore
17:00, ha inizio la prova di equitazione. I
nostri sono subito determinatissimi: Carlo e Daniele, con due percorsi
netti sono primi a pari merito insieme al britannico Phelps, il giapponese
Araki e l’egiziano Ellebedy. Pier Paolo è in 17° posizione, complici
due abbattimenti. La
situazione è ancora molto positiva. A
questo punto siamo all’epilogo; Mauro Tirinnanzi studia a fondo la
classifica decidendo con i suoi atleti la migliore tattica di
gara,…..poi sarà solo il cuore ed il coraggio a fare la differenza. Sono
le ore 17:00 del primo agosto: si parte per i 4000mt. Daniele
con al petto il numero 1 indossa il cappellino bianco dell’Italia
avviandosi verso un’impresa che resterà storica. Dopo poco più di 1’
arriva anche lo start per Carlo. In testa la situazione è stabile, tra
Daniele e lo svedese il distacco resta invariato. Dietro invece per
Massullo la gara si complica. Dopo 1500mt viene infatti raggiunto dalla
temibilissima coppia Phelps-Sisniega. Questo ultimo sembra proprio
indiavolato e non contento del riaggancio mantiene l’altissimo ritmo e
stacca gli altri due. A
questo punto Massullo si trova in settima posizione. Superata la metà
gara, davanti Masala comincia a perdere terreno ma caparbiamente non
molla. Dietro Carlo è sempre in compagnia del britannico con il messicano
avanti di qualche secondo. Nel frattempo. la coppia Storm-Four vede il
proprio gap ridursi fortemente sui tre accanitissimi inseguitori. Il
momento cruciale per l’assegnazione delle medaglie avviene verso i
3300mt di gara. Qui, infatti, Rasmuson raggiunge Masala. Dietro invece si
segue la rimonta della coppia Massullo-Phelps. che dopo aver assistito al
crollo di Sisniega, raggiungono e superano sia Four che Storm, rimanendo,
così, soli in lotta per il bronzo. Entrambi i nostri avversari sentendosi
forse meglio degli azzurri cominciano a prodigarsi in vari strappi nel
tentativo di staccare i reciproci rivali, ma sia Daniele che Carlo non
sembrano intenzionati a cedere nulla. Masala
e Rasmuson si presentano appaiati sul tratto finale pianeggiante; in pochi
metri si giocano un’intera carriera. All’altezza dell’ultima curva
è il campione che esce. Daniele cambia ritmo improvvisamente e lo
svedese, nel tentativo di reagire, sente il terreno mancargli sotto i
piedi e non ha nemmeno il tempo di realizzare che l’azzurro ha
guadagnato l’irrecuperabile. Pugni chiusi, braccia al cielo e la storia
è scritta: Daniele Masala è campione olimpico. Contemporaneamente
si sta lottando ancora per il bronzo. Phelps dopo vari tentativi riesce in
discesa a staccare il nostro Carlo, che non può competere in pendenza con
le lunghe leve del britannico. Ma appena il percorso spiana l’azzurro
mette il turbo. Riprende l’avversario e lo sorpassa. Phelps non cede, ma
il ritmo di Carlo è impetuoso e così il britannico non può che
arrendersi. Questa giornata è di colore sempre più azzurro, nessuno
poteva ostacolare il destino. Carlo Massullo conquista così il bronzo
olimpico. Anche
Cristofori è autore di una splendida corsa che gli vale l’11°
posizione finale. Questa
giornata sarà difficilmente dimenticabile per l’Italia: un oro e un
bronzo individuale più un oro a squadre Su quattro medaglie disponibili,
Azzurri 3, resto del mondo 1. Il
grande merito di questa vittoria è dei ragazzi e di tutto il movimento.
Una tale supremazia può essere solo scaturita da un lavoro svolto nella
massima serietà, capacità e serenità. Il ct Mauro Tirinnanzi ha avuto
il merito di aver gestito alla perfezione le sue macchine da guerra: gli
atleti azzurri Grazie
a tutti voi per aver onorato il tricolore ed averci fatto sentire fieri di
essere italiani. CdL Foto presa dalla rivista " Diario di una vittoria italiana". Fotografia dell'agenzia fotografica "Olympia". Realizzazione grafica dello studio "VISUAL-Roma" |