1° agosto 1984: una data indimenticabile

Il 29 luglio, in occasione dei giochi di Los Angeles 1984, nella località di Coto de Caza iniziava l’avventura olimpica del pentathlon moderno.
Indubbiamente, la nazionale italiana si presenta come favorita sia  per la gara a squadre che per quella individuale; negli anni precedenti furono numerose le medaglie vinte in occasione dei mondiali da Daniele Masala, Carlo Massullo, Robero Petroni e Pierpaolo Cristofori. Il boicottaggio delle olimpiadi da parte dei paesi dell’ovest in occasione di Mosca 1980 aveva privato i nostri atleti della possibilità di gareggiare (solo Cristofori aveva potuto parteciparvi perché non appartenente a nessun gruppo militare), per questo era immensa la voglia di rifarsi dell’occasione persa. Occasione resa ancora più golosa dal boicottaggio attuale degli atleti dell’est e, soprattutto, dall’ottima condizione di forma che i nostri stavano attraversando.
Il Ct Mauro Tirinnanzi sceglie la seguente squadra: Daniele Masala, Carlo Massullo e Pier Paolo Cristofori, la riserva è Roberto Petroni.

Ore 17:00, ha inizio la prova di equitazione.

I nostri sono subito determinatissimi: Carlo e Daniele, con due percorsi netti sono primi a pari merito insieme al britannico Phelps, il giapponese Araki e l’egiziano Ellebedy. Pier Paolo è in 17° posizione, complici due abbattimenti.
Va comunque sottolineato che in gara ci sono ben 52 atleti. Le loro eccezionali prove posizionano la squadra in prima posizione nella classifica provvisoria; ad inseguire ci sono statunitensi e giapponesi, rispettivamente a 52 e a 90 punti. Nonostante si sapesse che l’equitazione fosse uno dei nostri punti di forza è chiaro che meglio di così non si poteva cominciare.
Le aspettative di medaglie diventano sempre più concrete.
Il 30 luglio è il giorno della scherma. Al termine della difficile quanto estenuante prova c’è un leggero ridimensionamento della performance generale. La prova schermistica viene vinta dal tedesco Bellmann seguito da vicino dallo svedese Rasmuson che rispettivamente risalgono al terzo ed al primo posto. Masala con 956pt non perde molto terreno riuscendo a rimanere secondo con solo 36pt dal leader. A perdere molto è invece Massullo che con 758pt scivola fino alla 19° posizione. Cristofori, con le sue 29 stoccate che gli valgono 846 pt, rimane intorno alla 20° piazza. Nella gara a squadre la prova è dominata dagli svedesi che però hanno un gap di punteggio molto oneroso da recuperare. Così, rimaniamo ancora in testa ma con un vantaggio ridottissimo perché gli USA sono a soli 8pt anche se poi dietro c’è il vuoto, con i francesi a 180pt. 

La situazione è ancora molto positiva.
Il 31 luglio è il giorno del nuoto. Al termine della prova natatoria  la classifica non cambia più di tanto: Daniele nuota i 300mt in 3’16”9, stesso tempo dello svedese che lo precede. In zona podio Bellmann cede il passo ai forti nuotatori che lo inseguivano da vicino, Phelps e Sisniega. Pier Paolo e Carlo si difendono alla grande con rispettivamente 3’29”7 e 3’26”8 che gli valgono la 17° e la 18° posizione provvisoria. Anche questa prova viene vinta dagli svedesi che risalgono in zona medaglia; però, nella posizione di testa ci siamo sempre noi, con 24pt da amministrare sugli statunitensi e 54pt sui terzi. La gara è ormai nel vivo, nessuno è in fuga e tutto è ancora possibile.
Dobbiamo ora affrontare la prova di tiro dove siamo consapevoli di avere due veri specialisti come Massullo e Masala e un atleta di valore dai risultati altalenanti come Cristofori.
E’ il 1 agosto 1984. Siamo arrivati alla giornata decisiva; alle ore 9:00 si comincia con la prova di precisione, che viene vinta dall’americano Storm con 198 punti sagoma che vola al quarto posto. Un solo punto sagoma meno di lui totalizza il nostro Carlo che riesce a recuperare 13 posizioni; Daniele pur non essendo brillantissimo, senza dubbio risulta quello con più autocontrollo tra coloro che erano in zona podio. Quando si ha una medaglia olimpica a portata di mano, la pistola non è facilmente domabile. Con un discreto 193 balza così al comando. Pier Paolo riesce a limitare i danni in modo egregio, totalizzando 188pt sagoma rimanendo ancora in 17° posizione. La prova di tiro a squadre vede il dominio della Francia ed il crollo degli svedesi. L’Italia resta ancora in testa riuscendo ancor più ad allontanare gli inseguitori. Con gli statunitensi a 134pt e i francesi a 280pt l’oro olimpico a squadre sembra essere ormai assegnato. Consapevoli che L’Italia annovera i migliori corridori tra le sue fila, sappiamo che nessuno potrà rimontarci e sfilarci l’oro a squadre dal collo. I nostri beniamini devono però rimanere molto concentrati perché le medaglie individuali sono ancora tutte da assegnare.

A questo punto siamo all’epilogo; Mauro Tirinnanzi studia a fondo la classifica decidendo con i suoi atleti la migliore tattica di gara,…..poi sarà solo il cuore ed il coraggio a fare la differenza.
La lotta per l’oro è solo una questione del duo Masala - Rasmuson, con l’italiano che deve amministrare un esiguo vantaggio: 9 secondi. Poco dietro ci sono anche il francese Four e lo statunitense Storm, ma sono entrambi molto deficitari nella prova campestre. Il bronzo è invece un affare aperto a molti atleti. Oltre a questi ultimi due, troviamo in lizza anche il nostro Massullo, 5° ma con 48 secondi da recuperare al duo franco-americano. Inoltre, appena dietro c’è l’insidia Phelps. Il fortissimo combinatista britannico è infatti a soli 16 secondi dall’azzurro. Da tenere sott’occhio c’è anche il messicano Sisniega ad altri 5” di ritardo.

Sono le ore 17:00 del primo agosto: si parte per i 4000mt.

Daniele con al petto il numero 1 indossa il cappellino bianco dell’Italia avviandosi verso un’impresa che resterà storica. Dopo poco più di 1’ arriva anche lo start per Carlo. In testa la situazione è stabile, tra Daniele e lo svedese il distacco resta invariato. Dietro invece per Massullo la gara si complica. Dopo 1500mt viene infatti raggiunto dalla temibilissima coppia Phelps-Sisniega. Questo ultimo sembra proprio indiavolato e non contento del riaggancio mantiene l’altissimo ritmo e stacca gli altri due.

A questo punto Massullo si trova in settima posizione. Superata la metà gara, davanti Masala comincia a perdere terreno ma caparbiamente non molla. Dietro Carlo è sempre in compagnia del britannico con il messicano avanti di qualche secondo. Nel frattempo. la coppia Storm-Four vede il proprio gap ridursi fortemente sui tre accanitissimi inseguitori.

Il momento cruciale per l’assegnazione delle medaglie avviene verso i 3300mt di gara. Qui, infatti, Rasmuson raggiunge Masala. Dietro invece si segue la rimonta della coppia Massullo-Phelps. che dopo aver assistito al crollo di Sisniega, raggiungono e superano sia Four che Storm, rimanendo, così, soli in lotta per il bronzo. Entrambi i nostri avversari sentendosi forse meglio degli azzurri cominciano a prodigarsi in vari strappi nel tentativo di staccare i reciproci rivali, ma sia Daniele che Carlo non sembrano intenzionati a cedere nulla.

Masala e Rasmuson si presentano appaiati sul tratto finale pianeggiante; in pochi metri si giocano un’intera carriera. All’altezza dell’ultima curva è il campione che esce. Daniele cambia ritmo improvvisamente e lo svedese, nel tentativo di reagire, sente il terreno mancargli sotto i piedi e non ha nemmeno il tempo di realizzare che l’azzurro ha guadagnato l’irrecuperabile. Pugni chiusi, braccia al cielo e la storia è scritta: Daniele Masala è campione olimpico.

Contemporaneamente si sta lottando ancora per il bronzo. Phelps dopo vari tentativi riesce in discesa a staccare il nostro Carlo, che non può competere in pendenza con le lunghe leve del britannico. Ma appena il percorso spiana l’azzurro mette il turbo. Riprende l’avversario e lo sorpassa. Phelps non cede, ma il ritmo di Carlo è impetuoso e così il britannico non può che arrendersi. Questa giornata è di colore sempre più azzurro, nessuno poteva ostacolare il destino. Carlo Massullo conquista così il bronzo olimpico.

Anche Cristofori è autore di una splendida corsa che gli vale l’11° posizione finale.

Questa giornata sarà difficilmente dimenticabile per l’Italia: un oro e un bronzo individuale più un oro a squadre Su quattro medaglie disponibili, Azzurri 3, resto del mondo 1.

Il grande merito di questa vittoria è dei ragazzi e di tutto il movimento. Una tale supremazia può essere solo scaturita da un lavoro svolto nella massima serietà, capacità e serenità. Il ct Mauro Tirinnanzi ha avuto il merito di aver gestito alla perfezione le sue macchine da guerra: gli atleti azzurri

Grazie a tutti voi per aver onorato il tricolore ed averci fatto sentire fieri di essere italiani. 

                                                                        CdL

Foto  presa dalla rivista " Diario di una vittoria italiana". Fotografia dell'agenzia fotografica "Olympia". Realizzazione grafica dello studio "VISUAL-Roma"