Già da tre anni Daniele è il
numero 1 dei pentatleti italiani, ma all’estero non è ancora riuscito
ad imporsi. Può vantare un numero enorme di quarti posti, tra cui quello
olimpico del ’76, quelli mondiali del ’77 e ’78 tra i seniores e
quello del ’74 tra gli juniores. La sua costanza è impressionante e
appare chiaro che ci sono tutte le carte per fare l’ulteriore salto di
qualità.
Nel
1979 si disputa per la prima volta la Champion of Champions.
I
partecipanti in gara sono pochi ma di altissima qualità. Possono infatti
prendere parte all’evento solo i campioni nazionali dei vari stati. La
competizione si tiene a Londra, motivo per cui i soli inglesi schierano
tre atleti.
Si
inizia con l’equitazione e subito Daniele, con 1072 punti, si piazza
solitario in testa. A pochi punti lo inseguono i britannici Nightingale e
Phelps.
Nella
scherma Masala si impone ancora con 1000 punti, a pari merito con il ceco
Adam. Staccati a 950 punti ci sono il francese Cortes e l’ungherese
Horvath.
Le
prove tecniche si concludono con il tiro, dove incredibilmente Daniele non
vince, “è solo secondo”. Con 197 punti sagoma si piazza dietro al
tedesco Stamani (199). A pari punti con l’azzurro c’è anche il danese
Steffensen.
Dopo
queste prime tre prove il vantaggio del nostro campione sui primi
inseguitori è a dir poco abissale.
Come
se non bastasse lo ritroviamo a podio anche nel nuoto, dove con 3’33”
è dietro solamente al polacco Pacelt e a Phelps.
Per
Masala la corsa, nonostante il titolo già assicurato, è l’ennesima
ottima prestazione della gara. Dal vincitore della prova, il britannico
Phelps, perde soli 100 punti. In pratica gli inseguitori non riescono
nemmeno a dimezzare l’incredibile vantaggio accumulato dall’azzurro
nelle precedenti discipline.
Finisce
1° con 5459 punti, seguito da Nightingale con 5240 punti. Il
bronzo è di Cortes a quota 5222 punti.
Per
il nostro campionissimo non è che la prima gara perfetta di una lunga
serie.
CdL
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