Le Fiamme Azzurre non rinnovano la fiducia

Bertoli, Corsi, ValentiniSituazione insolita nella nazionale di pentathlon. Dopo svariate vicissitudini i tre atleti delle Fiamme Azzurre, Corsini, Valentini e Bertoli, hanno chiesto aiuto alla società di appartenenza. Causa un totale divario di vedute tecniche con il DT Gianfranco Cardelli ed uno parziale con il CT Luigi Filipponi, i tre azzurri hanno deciso di voler rientrare ad allenarsi in società. Anche i rapporti interpersonali hanno avuto un certo peso. Senza dubbio la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il recente esonero dell’allenatore di corsa Vincenzo De Luca. Comunque era da tempo che l’ambiente non era più sereno.  I dirigenti e i tecnici della polizia penitenziaria si sono trovati inizialmente spiazzati da questa richiesta di soccorso ma sono stati prontissimi ad appoggiare le scelte dei propri campioni. I tre atleti, attualmente i più forti d’Italia, non hanno fatto altro che prendere la palla al balzo. Infatti recentemente la federazione aveva elargito ai nazionali la possibilità di scelta se lavorare in toto con il gruppo da lei gestito , se utilizzarlo solo per le prove tecniche o se uscirne del tutto. Sempre con la garanzia che qualunque sia la scelta non vada ad influenzare l’appartenenza alla nazionale. Purtroppo c’è voluto tempo per organizzare il nuovo gruppo di lavoro. Situazioni burocratiche e chiarimenti sul prospetto federale hanno rallentato il tutto. Non è ancora chiaro se i tre agenti potranno usufruire delle strutture federali, almeno in piccola parte, oppure se saranno messi al bando. Di sicuro saranno ben seguiti e coordinati dai tecnici designati dalle Fiamme Azzurre, tra i quali ritroviamo Vincenzo De Luca e Oleg Puzanov. Il ct del gruppo sarà Umberto Mazzini, colui che in questa storia ha perso più di tutti. Incredibilmente qualcuno è riuscito a mettere in giro la voce che il fautore di questa situazione sia proprio quest’ultimo. La situazione più triste è che molti abbiano creduto o meglio voluto credere a questa voce maligna, diffamatoria e soprattutto strumentalizzata.
Basti pensare che l’ex nazionale in una sola botta si è ritrovato a perdere: il gruppo, e che gruppo, di alta specializzazione di Montelibretti cresciuto con lui, “i suoi ragazzotti”. All’annuncio del distacco le lacrime e la desolazione sono state copiose. Poi ha dovuto rinunciare al recente prestigioso incarico di allenatore del nuoto della nazionale olimpica e, fattore da tenere in considerazione, verrà privato dell’onorario federale per questi incarichi. Tutti questi sacrifici sono stati fatti per seguire le scelte dei propri atleti e della società di appartenenza. Forse invece di cercare un capro espiatorio esterno chi di dovere dovrebbe fare un “mea culpa”, tre atleti del genere che decidono una risoluzione tale sono un buon campanello di allarme.

CdL