Le braccia al cielo, le lacrime, il coro: Corsini è campionessa del mondo 

Claudia CorsiniSono le 18,25 quando nella capitale polacca tutto si ferma. Il vento smette di soffiare, le nuvole si bloccano, la terra non ruota più, la gente è immobile, le lacrime sono statiche sulle guance degli italiani, nessuno respira e il cronometro è fisso su 10minuti e 56 secondi. Poi…Corsini alza le braccia al cielo! È il putiferio. C’è chi salta le transenne, chi paralizzato sembra in trance ma ha una frequenza cardiaca sopra alle duecento pulsazioni/minuto, chi batte il record del mondo dei cento metri per raggiungere la nuova campionessa iridata, chi non crede ai propri occhi e chi questo momento lo aspettava da tempo. È c’è chi guardando al cielo dedica questa medaglia alla mamma.  
Tutto era iniziato due giorni prima, quando nelle qualificazioni Claudia con tiro e scherma da manuale fa capire a tutte che dei 32 posti liberi per la finale ne sono rimasti 31. Si può risparmiare così nel nuoto e fare una passeggiata nella corsa. Quindi si arriva al gran giorno, il 7 agosto 2005. Dopo le semifinali sicuramente la Corsini sapeva di essere in gran forma e spesso questo porta ad una tensione maggiore proprio nella prova di apertura, quella del tiro. Ma questa energia psichica Supertopona (nome d’arte) riesce a convergerla tutta nella giusta direzione. Claudia non spara bene, spara in maniera eccezionale. Delle sue avversarie poche saranno state coloro che guardando la classifica speravano ancora di poter terminare la gara davanti alla nostra campionessa. 189 su 200, 1° posizione in classifica e si passa alla scherma. Tra i più preoccupati per questa prestazione dell’azzurra sarà senza dubbio stato il ct polacco Pitel che nel 2000 escluse la romana dalla nazionale “A” perché secondo lui non avrebbe mai potuto vincere nulla. Vederla trionfare a casa propria sarebbe proprio un brutto colpo. Un tiro così fa tremare le gambe e nella scherma queste servono, ma una testa come quella dell’azzurra è più forte di un semplice tremolio. Nonostante si formi una coalizione anti Corsini, nessuno può impedirgli di portare a casa i suoi 888 punti. Ogni stoccata è stata tirata alla morte, le sue avversarie sembravano indiavolate ma quando Topona vuole andare avanti non c’è forza che tenga. In classifica generale si vede superata dalla ceca Grolichova, che però non impensierisce più di tanto per le sue scarse capacità podistiche. Nel nuoto l’atleta romana mantiene la sua posizione anche se non ha di certo brillato, ma l’acqua per lei è sempre stato l’ambiente ideale e non è proprio il luogo dove andare a riprenderla. Prima dell’equitazione la lotta per le medaglie sembra ormai una faccenda ristretta ad una manciata di atlete. La Grolichova, ancora prima, deve guadagnare su tutte per sperare in una medaglia. A Claudia basta mantenere la sua seconda posizione per avere l’oro in tasca. La campionessa olimpica Voros deve avvantaggiarsi rispetto alla Corsini e a qualche inseguitrice pericolosa ma il podio è virtualmente suo. La russa Mouratova può ancora puntare a tutte le medaglie e la lettone Rublevska, seconda ad “Atene” non può sbagliare nulla. Si entra nell’ ”arena” in ordine inverso e così tra di loro la prima a montare è la vincitrice dell’argento olimpico. Non poteva lasciare punti tra gli ostacoli e così fa. Percorso netto. Poi è il turno della russa che con una serie di rifiuti si tira fuori dai giochi. La blasonatissima Voros abbatte un solo ostacolo perdendo quindi solo 28 punti. A questo punto Claudia non può permettersi sulla carta grandi errori. Finisce il suo percorso ma non è impeccabile. Qualche errore qua e la gli valgono ben 84 punti di penalità che la penalizzano non poco e rimettono in gioco tutte e tre le medaglie. La leader della classifica abbatte una sola barriera ma non le sarà sufficiente. A questo punto la lotta è a tre. La Grolichova nonostante 18” di vantaggio non ha speranze per le medaglie. Seconda a partire è la Voros, specialista dello scatto finale ma non ottima corritrice. Terza è Corsini a 6” da quest’ultima e quarta è la Rublevska dietro di altri 5”. Dopo c’è il vuoto.  
La gara entra subito nel vivo. La lettone parte forte come sempre e dopo 500 metri ha già ripreso la nostra poliziotta. Alle Olimpiadi partirono insieme e Claudia se la lasciò scappare, questa volta le si mette dietro e non la si stacca da lì neanche con le bombe a mano. Il sorpasso è provvidenziale. Ci pensa la Rublevska a chiudere il distacco dall’ungherese e così al  1500  le tre sono insieme a giocarsi il gradino più alto del podio. La seconda parte di gara è il capolavoro di Claudia. La lettone continua a tirare con delle variazioni di ritmo, la campionessa olimpica in crisi fa il cosiddetto elastico, perde qualche metro poi si riattacca poi lo riperde etc.  L’azzurra sta lì tranquilla a convogliare tutte le sue energie psicofisiche in vista dello scatto finale. Gli ordini che le vengono dati sono chiari: deve fare uno scatto secco, di quelli che lasci tutti sul posto, ma  non prima dei 200 metri finali. Siamo a l’epilogo. Le tre entrano in pista per gli ultimi 340 metri sempre nel solito ordine: lettone, Claudia e Voros. Tutto sembra calmo, poi il boato. Supertopona è partita. Le altre due restano di stucco poi l’ungherese capisce cosa sta succedendo e scatta anche lei. Corsini ha già guadagnato quella decina di metri che non le renderà mai più. Quindi torniamo alle fatidiche 18,25 momento in cui l’atleta delle Fiamme Azzurre Claudia Corsini alza le braccia al cielo e si laurea Campionessa del Mondo.  
Presenti alla gara c’erano il marito Fabio Pantalone e il papà di Claudia che, dopo l’arrivo, vanno in lacrime ad abbracciarla e a sollevarla da terra. Ma il pensiero dell’azzurra va soprattutto alla mamma. Avrebbe voluto dedicarle una Medaglia Olimpica ma oggi le può regalare un Oro Iridato.

                                                                                      CdL